VINCENZO TALLARICO, IL COMMENDATORE DELL’IMMAGINE PARTITO DALLA “GORNA”

Lungo le tracce di un “paese da preservare e tramandare”, il nuovo appuntamento con “Savelli si racconta” ha come ospite di prestigio Vincenzo Tallarico.

Nato a Savelli il 4 aprile 1949, figlio di Pietro (Rutella) e di Candida Spina (Cipullara), Vincenzo cresce in paese fino all’età di tredici anni, prima di seguire i genitori, emigrati per raggiungere il figlio Rosario che si trovava a Pavia per motivi di lavoro.

Sposato con Maria Teresa Lucente, caccurese di origine, e padre di Serena, Vincenzo vive da oltre sessant’anni a Pavia dove svolge la professione di acconciatore, estetista e curatore di immagine.

Ed è proprio nella cittadina lombarda che Vincenzo si afferma, dopo aver inizialmente intrapreso la propria attività lavorativa in uno dei più prestigiosi negozi di acconciatura della città ed essersi distinto fra i migliori giovani parrucchieri.

Nel 1974 ottiene il diploma di “Maestro insegnante”, si dedica all’insegnamento nell’Accademia di acconciatura di Pavia della quale, nel 1978, diviene Vicedirettore e, poco più tardi (1979), allestisce a Pavia il primo centro per la cura dei capelli e per l’estetica dedicato sia all’uomo che alla donna.

Da lì in avanti, il suo percorso professionale è caratterizzato da un crescendo che gli vale la ribalta del settore, tanto a livello nazionale che internazionale, in un arco temporale durato poco più di mezzo secolo.

Vincitore di campionati italiani di acconciatura, Vincenzo partecipa a numerosi seminari e congressi, in Italia, in Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. È eletto Vicedirettore dell’Accademia U.A.A.M.I. di Milano ed entra nel Team Arte Moda, gruppo che propone la moda alle Accademie di tutta Italia.

Nel 1988 è richiamato a Pavia come Direttore Tecnico dell’Accademia pavese, contesto nell’ambito del quale ha il merito di elaborare programmi didattici innovativi per la formazione e la specializzazione della categoria adottati anche da altre Accademie.

Sono anche gli anni in cui viene eletto Capo categoria Confartigianato per gli acconciatori per signora, Componente del Consiglio direttivo dell’Associazione Artigiani di Pavia, e nominato Membro della Commissione comunale per la disciplina delle attività di parrucchiere ed estetista e Direttore tecnico generale presso l’accademia U.A.A.M.I. (Unione Artistica Acconciatori Italiani) con sede a Milano.

Dal 1993 in avanti è invece Direttore Generale della stessa Accademia, mentre da annotare, in veste di giudice internazionale, sono le sue partecipazioni ai Campionati del Mondo di Londra e di Washington per la Sezione Maschile.

Sempre sul finire degli anni novanta, è inoltre componente tecnico dell’Istituto Nazionale Acconciatori Italiani con sede a Milano, delegato italiano della sezione femminile alla Organizzazione Mondiale della Coiffure di Parigi e direttore di seminari formativi per i componenti delle 72 nazioni aderenti alla Organizzazione Mondiale della Coiffure.

Fra i suoi riconoscimenti più prestigiosi, infine, la partecipazione alla Commissione dei Saggi durante i Campionati Mondiali di acconciatura organizzati a Berlino (2000) e Buenos Aires (2001) oltre che la sua elezione a Direttore Creativo della Organizzazione Mondiale della Coiffure, carica che gli ha consentito di dirigere le più importanti manifestazioni mondiali del settore a Mosca, Atene, Francoforte, Parigi e Chicago.

Un cammino trionfale, valso il conferimento, nel 1991, da parte del Presidente della Repubblica italiana, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, e seguito, nel 2003, dal titolo di “Ufficiale”, e nel 2012 da quello di “Commendatore”.

Tutti riconoscimenti assegnati per l’impegno profuso, a livello professionale e nell’attività di formazione dei giovani, in cinquantadue anni di attività lavorativa che hanno visto collaborare nel suo centro circa centosettanta dipendenti di cui la maggior parte ha poi avviato un’attività indipendente.

IL RUGGITO: Una scalata professionale folgorante, piena di successi e riconoscimenti. Quanto il lavoro fatto per arrivare fino a qui? Se ti volti indietro, cosa vedi lungo il percorso?

VINCENZO: tanti sacrifici, molte rinunce, grande determinazione per raggiungere gli obiettivi prefissati, sempre nella correttezza dei rapporti umani e disponibilità verso il prossimo. Iniziare una nuova vita non è stato semplice, sia per la nostalgia del luogo d’origine, a me tanto caro, che per i rapporti a volte non semplici con gli abitanti del luogo. Tutto questo, specie in una fase iniziale, ammetto non sia stato facile da affrontare. Nonostante le difficoltà iniziali, ho cercato però, da sempre, di pormi degli obiettivi ambiziosi da conseguire con ostinazione, ma comunque nel pieno rispetto di quei valori di fondo che mi porto da sempre dentro.  Realizzarsi professionalmente e anche personalmente, mantenendo forte il senso dell’impegno e la voglia di raggiungere determinati traguardi con spirito di sacrificio e sudore, sono stati perciò autentici approdi di un percorso che definirei quasi naturale. La strada è stata assai ricca di tappe intermedie, per certi versi piene di insidie, ma anche ricche di opportunità ed assai intense da vivere. Visti i risultati raggiunti, credo che non avrei potuto fare di meglio. Tutto ciò è stato possibile grazie al sudore quotidiano, alla capacità di volermi mettere sempre in gioco, ma anche al costante supporto dei miei familiari. Ai miei continui stimoli, alla voglia di apprendere sempre di più, oltre che alla presenza di valori autentici a cui non ho voluto mai rinunciare devo, a mio avviso, quanto fatto.

IL RUGGITO: il marchio “Vincenzo Tallarico” identifica oggi bellezza e eleganza, a livello nazionale e internazionale. Al di là di quanto già fatto, chi è oggi Vincenzo e cosa vuole fare da grande?

VINCENZO: i progetti sono ancora molti, specie per la formazione degli addetti al settore benessere. Ancora oggi, infatti, non posso pensare al domani senza avere idee da sviluppare e realizzare. Il mio desiderio più grande è quello di continuare a creare le condizioni per formare le nuove generazioni in un settore che mi ha dato tanto e al quale voglio comunque continuare a dare molto, trasmettendo per quanto più possibile quanto, in tutto questo tempo, ho acquisito sul campo. La mia azione si muoverà attraverso il sistema di relazioni che ho costruito nel tempo e che mi auguro, tanto dal punto di vista personale che professionale, siano capaci di creare ancora di più valore al settore e garantire gambe solide e durature a progetti futuri ancora ambiziosi. Sono responsabile tecnico e didattico per l’Accademia U.A.A.M.I. per la formazione e la specializzazione delle Scuole di Milano, Padova, Mantova, Treviso, Napoli, Caserta, Nocera Superiore, Bari, Barletta, San Severo, Lecce, Brindisi, Castellana Grotte, Catania e Cagliari. In questi ambiti, cercherò di portare avanti ancora la mia opera con lo sguardo rivolto a miglioramenti continui e sostenibili nel tempo.

IL RUGGITO: la notorietà ed il prestigio raggiunti coincidono con livelli top del settore in cui porti avanti la tua attività. Quanto è forte il prestigio della dimensione attuale e dei ruoli ricoperti? Quale il rapporto fra onori e responsabilità?

VINCENZO: il prestigio lo intendo come riconoscimento di meriti acquisiti non solo per la capacità personale. Come ho già avuto modo dire, per quanto mi riguarda, la volontà di trasmettere, soprattutto ai giovani, la formazione nel settore è uno degli obiettivi che da sempre orientano la mia attività. Continuerò a operare in questa direzione per continuare ad avere stimoli che ritengo siano necessari e sempre utili. D’altro canto, il rapporto fra onori e responsabilità è senza alcun dubbio a favore del primo elemento. Faccio da sempre quel che più mi piace, in un campo che ritengo sempre affascinante da esplorare, oggi ancora  più di ieri quando tutto ebbe inizio. Lo spirito è quindi orientato da un sentimento costruttivo in cui la passione per il lavoro e la continua crescita rappresentano elementi vitali da cui prendere sempre nuova linfa senza farsi in alcun modo sopraffare dalla fatica. Questo per permettere ai miei collaboratori, ai professionisti a cui fornisco assistenza e formazione, di poter guardare ad un futuro che possa essere migliore e consenta loro una crescita che sia prima di tutto tale dal punto di vista umano e sociale.

IL RUGGITO: da imprenditore, quali doti, professionali e umane, ritieni di aver saputo offrire a clienti, collaboratori ed a tutti quelli con cui avuto a che fare e che fanno parte, oggi come ieri, del tuo “mondo”?

VINCENZO: prima che essere valutato e giudicato come imprenditore, mi piacerebbe essere considerato persona corretta, onesta, leale. Credo che siano queste le mie doti migliori e queste stesse doti le ritengo necessarie per poter portare avanti, nel tempo, qualsiasi idea di impresa. Credo che anche se si considerano certi livelli, nel nostro settore, le relazioni umane, quelle più vere e solide, siano il vero segreto del successo. Su questi princìpi, infatti, si basa la costanza di saper continuare ad affrontare tutte le sfide, specie quelle che ci poniamo in termini di cambiamenti, evoluzioni e nel saper sempre e comunque stare al passo con i tempi. Lungo questo solco, continuo a operare io stesso e, seguendo queste regole, solo apparentemente scontate, fornisco il mio contributo a giovani che vogliono fare strada nel nostro mondo. Importante è capire e continuare a perseguire il volto migliore e più nobile dell’impegno, quello fatto di contatti, relazioni e di voglia di apprendere. Il tutto, senza farsi attrarre da aspetti negativi che in un settore fatto di immagini rischiano comunque di distogliere e far perdere la rotta rispetto alla strada migliore da perseguire.

IL RUGGITO: ragazzo di Calabria che si afferma in un contesto diverso da quello natio: quali i segreti del tuo successo? Quale ruolo ha svolto l’emigrazione nel tuo percorso di crescita?

VINCENZO: non ho mai dimenticato le mie origini. L’esempio dei miei genitori e delle persone che mi sono state vicine nella vita, mi ha dato la spinta a voler sempre fare meglio. Non ho mai dimenticato i rapporti umani e di solidarietà verso il prossimo e, in questa direzione, aver instaurato relazioni proficue è stato per lo più possibile, in larga parte, per riscattare quel senso di autenticità e di rivalsa che l’emigrazione si porta sempre dietro. Riuscire ad affermarsi in un contesto diverso da quello di origine, come detto prima, all’inizio può apparire difficile, ma alla lunga, se riesci a far capire a chi ti circonda che sei una persona che ha obiettivi nobili e intende perseguirli con correttezza assoluta, il tempo riesce a ripagarti degli sforzi compiuti. Da questo punto di vista, le origini mi hanno consentito di inserirmi al meglio in questa terra che oramai considero ovviamente mia e a cui sono in ogni caso grato perché mi ha dato opportunità e condizioni impagabili. Ormai non posso che ritenermi parte integrante di questo meraviglioso angolo di Lombardia tanto che, oltre alla mia attività primaria, ho da sempre dato spazio a diverse attività solo apparentemente collaterali. Una su tutte, alla quale tengo particolarmente, è quella di socio benemerito dell’Associazione “Amico del Santa Margherita” di Pavia, ospedale geriatrico di riabilitazione per anziani che ha per fine istituzionale quello di promuovere e sostenere il diritto dell’anziano in condizioni di fragilità di ricevere la migliore assistenza sanitaria nell’etica di salvaguardare l’integrità psicofisica e il mantenimento della propria autonomia individuale.

IL RUGGITO: se dovessi dire di una qualità, tipicamente meridionale, che ti ha aiutato nell’affermazione in terra lombarda, quale ti verrebbe subito in mente?

VINCENZO: determinazione nel raggiungere gli obiettivi e assoluta volontà di percorrere la strada migliore per farlo. Sotto questo aspetto, ritengo che noi meridionali siamo maestri, nel senso migliore di quel che significa essere meridionali. La mia convinzione è che anche alle nostre latitudini ci sarebbero le condizioni per crescere. Bisognerebbe solo saperle cogliere e trasformarle con semplicità, senza voler strafare. A questo proposito, prendo ad esempio il “modello Caccuri”, esempio da dover sottolineare come uno degli esperimenti culturali più fervidi di tutta la Nazione con quella che è stata la crescita esponenziale, dal punto di vista di attrattività culturale, dell’altro mio paese d’adozione. È per questo che ho inteso volerne fare parte, quale socio benemerito della Fondazione Onlus Terzo Millennio che ha per fine la valorizzazione e il restauro del patrimonio storico artistico della località, socio del Premio Letterario Caccuri e sponsor di questa manifestazione culturale, giunta oramai alla decima edizione, che è concorso di saggistica tra i più importanti d’Italia.

IL RUGGITO: torniamo un po’ proprio alle origini: se dico Savelli, oggi, a cosa pensi?

VINCENZO: alla Gorna, a Vincenzino con i capelli, con gli scarponi consumati che gioca con i suoi compagni di avventure. Alle copiose nevicate, al fischio del vento mentre ero accucciato sotto le coperte per ripararmi al meglio, al camino acceso, al calore del fuoco e dell’ambiente familiare.

 IL RUGGITO: hai modo di fare spesso ritorno al paese? Come lo trovi con il passare del tempo?

VINCENZO: torno spesso e volentieri a Savelli. Ammiro la sua collocazione, la natura che lo circonda, i paesaggi unici che si possono godere, sia di giorno che di notte. Ogni volta che vi faccio ritorno, me li godo appieno ed è come se riscoprissi sempre qualcosa di nuovo, anche magico.

 IL RUGGITO: quali le differenze fra la “tua” Savelli e quella che rivivi adesso quando vi fai ritorno?

VINCENZO: la differenza è principalmente di carattere personale e affettivo. In questa Savelli, sento ovviamente la mancanza delle persone a me più care, quelle che sono state di riferimento della mia infanzia. Guardando all’oggi, mi rendo conto che sono indubbiamente cambiati i rapporti interpersonali. Questo fa certamente assaporare il senso della nostalgia del tempo che scorre che si aggiunge alla minore presenza di persone all’interno del centro abitato. È comunque bello e rassicurante poter pensare che il paese è e sarà sempre lì, ad aspettare il ritorno di noi figli assenti il cui rientro è sempre motivo di festa.

 IL RUGGITO: ultima domanda, obbligata, per quanto imprevedibile: come ti immagini Savelli fra venti anni?

VINCENZO: Qui più che la certezza, subentra la speranza. Mi auguro che i giovani non debbano essere più costretti a lasciare il paese per cercare una sistemazione lavorativa. So che è difficile recuperare il terreno perduto, ma mi auguro di cuore che vengano pensati e attuati investimenti che permettano di sfruttare le caratteristiche del territorio. E in questo senso, penso soprattutto al settore agroalimentare e turistico. Sono questi due gli ambiti su cui varrebbe la pena immaginare uno sviluppo futuro che restituisca a Savelli la dimensione che merita. Mi auguro che tutto questo divenga presto realtà.

Parola di Vincenzo Tallarico, il Commendatore dell’immagine partito dalla Gorna…