ANGELO PALETTA, ECCELLENZA ACCADEMICA CON SAVELLI NEL CUORE

Altro luogo simbolo dell’emigrazione savellese, in particolare di quella universitaria e studentesca, Bologna ed il suo Ateneo, fra i più antichi e rinomati d’Italia, sono gli scenari di un’altra storia di quella Savelli d’eccellenza che vale la pena raccontare.

È la storia di Angelo Paletta, Professore Ordinario di Economia Aziendale e Delegato del Rettore dell’Università di Bologna per “Bilancio, programmazione strategica e innovazione di processo” nonché Direttore del Dipartimento di Scienze Aziendali.

Nato a Savelli nel 1967, figlio di Mario Paletta (Mariniello) e Carmela Fondacaro (Meluzza), Angelo vive e cresce in paese fino all’età di 19 anni, quando si trasferisce proprio a Bologna per frequentare la facoltà di Economia e Commercio.

La stessa città felsinea è il contesto in cui Angelo si afferma; a Bologna, dapprima, si laurea in Economia e Commercio e poi, dopo aver conseguito il Dottorato di Ricerca a Pisa, diventa ricercatore e professore universitario.

Ha scritto più di 150 contributi scientifici tra libri, saggi e articoli su riviste, interessandosi di tematiche che spaziano dalla Corporate governance ai Controlli interni aziendali, da Cost Management e Misurazione delle performance alla Gestione delle Crisi d’Impresa, approfondendo Public Management, Educational Leadership, Governance e accountability delle Università, Economia circolare e modelli di business sostenibili.

Attualmente, è coordinatore del progetto Europeo Horizon 2020 “Developing and Implementing Sustainability- Based Solutions for Bio-Based Plastic Production and Use to Preserve Land and Sea Environmental Quality in Europe”.

Maturata una lunga esperienza in ruoli di consulenza tecnica e amministrazione giudiziaria nonché come consigliere di amministrazione in numerose società, in questo momento Angelo è anche Presidente della Casa Editrice dell’Università di Bologna (Fondazione Bologna University Press) e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” – IRST IRCCS di Meldola (Forlì).

Sposato con Franca, anche lei savellese d’origine e padre di Filippo, il Prof. Paletta è uno degli astri nascenti della realtà accademica, nazionale ed internazionale, in materie aziendali.

Tanto che non è affatto ardito concludere che, laddove si tratti di dover affrontare studi e dinamiche su risanamenti di aziende pubbliche e non, la figura di Angelo Paletta è una di quelle più in voga, non fosse altro che per il curriculum vitae che egli stesso ha saputo costruirsi negli anni in nome di un impegno proficuo e di crescenti competenze acquisite sul campo.

Un volto della Savelli migliore che testimonia come anche in un Paese solo apparentemente poco incline al merito, il lavoro e la conoscenza sono gli elementi vincenti nella realizzazione di un percorso di successo costruito nella quotidianità, mattone sopra mattone.

IL RUGGITO: andiamo al dunque, Angelo. Una carriera folgorante, piena di successi e proiettata verso i sommi livelli accademici. Quanto è stato il lavoro fatto per arrivare fino a qui? Se ti volti indietro, cosa vedi lungo il percorso?

ANGELO: caro Antonio, anzitutto permettimi di fare i complimenti a “IL RUGGITO” che rappresenta una voce competente che con garbo e professionalità racconta la comunità savellese e le vicende che interessano il nostro piccolo, ma vivace Savelli. Ti ringrazio per le belle parole, anche se non ti nascondo un certo imbarazzo! Mi considero una persona costantemente impegnata a migliorare sé stessa e il proprio contributo alla società, per cui le “medaglie” mi fanno un po’ paura perché mi fanno pensare al tempo trascorso, mentre spero che le cose più interessanti da fare stiano nel futuro che abbiamo davanti.

IL RUGGITO: ammetto di aver dovuto studiare il tuo curriculum vitae e questo è stato un onore oltre che un piacere. Al di là della presentazione iniziale, chi è oggi il Prof. Paletta e cosa vuole fare da grande?

ANGELO: da “grande”, come dici tu, spero sinceramente di continuare ad essere curioso e di avere le energie per contribuire a cogliere le sfide che questo periodo storico ci mette davanti. La trasformazione tecnologica, l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale hanno forti implicazioni sulla società, l’economia e l’educazione dei giovani. Abbiamo il dovere di ripensare i modelli di sviluppo economico, cogliendo le opportunità straordinarie del PNRR. In futuro, dovremo ripensare anche il funzionamento delle pubbliche amministrazioni, dagli enti locali alla sanità, in netta discontinuità con gli assetti politico- burocratici del passato, e questo ci pone di fronte alla responsabilità di essere lungimiranti nelle scelte per un nuovo patto sociale di equità intergenerazionale.

IL RUGGITO: se oggi, nell’ambito dell’Ateneo bolognese e non solo, ti accosti alle materie aziendali non puoi non conoscere il Prof. Angelo Paletta per i ruoli ricoperti e più semplicemente perché siamo al top della materia. Quanto è forte il prestigio dei ruoli ricoperti? E quale, soprattutto, il rapporto fra onori ed oneri?

ANGELO: nei passati sei anni sono stato impegnato nella governance di Ateneo e con l’elezione del nuovo Rettore sarei tornato volentieri a insegnare ed a fare ricerca in modo esclusivo.  Tuttavia, i colleghi del mio dipartimento hanno ritenuto di manifestarmi la loro fiducia, eleggendomi come loro direttore. Oggi, gran parte delle mie energie fisiche e mentali sono assorbite dalla direzione di un dipartimento di circa 150 persone tra docenti, ricercatori e personale amministrativo, impegnato nella didattica con 13 corsi di laurea triennale e magistrale a cui sono iscritti oltre 5 mila studenti tra Bologna, Forlì e Rimini. Il carico di responsabilità è elevato, soprattutto in questo periodo così complicato, ma ho deciso di continuare a mantenere un impegno didattico pieno per non perdere il rapporto con l’aula e i miei studenti. L’educazione è essenzialmente testimonianza, relazione, sviluppo della persona; è attraverso queste qualità che possiamo realisticamente darci l’ambizione di trasmettere saperi e competenze che siano trasformative degli individui e delle società in cui viviamo.

 IL RUGGITO: dovresti definirti come docente, al di là delle competenze acquisite, quali doti, professionali ed umane, ritieni di saper offrire ai tuoi studenti?

ANGELO: caro Antonio, mi fai una domanda alla quale è difficile rispondere. Preferisco parlarti delle competenze che ritengo debba possedere un “bravo” insegnante alle quali ovviamente ambisco anch’io come docente universitario. Non v’è dubbio che il presidio delle competenze disciplinari rappresenti una condizione imprescindibile. Tuttavia, i contesti umani, sociali e culturali con i quali ci confrontiamo sono profondamente cambiati. Anche nelle università, soprattutto nelle business schools, abbiamo necessità di spostare il focus dall’insegnamento all’apprendimento, dalla docenza “ex cattedra” alla capacità di promuovere ambienti di apprendimento ricchi, nei quali teoria e pratica siano fortemente intrecciate in un approccio che educhi lo studente alla gestione della complessità dei problemi reali. Sviluppo del pensiero critico e computazionale, acquisizione del metodo scientifico, ma anche di competenze trasversali come imprenditorialità, lavoro di gruppo, etica delle decisioni, sono diventanti aspetti essenziali della formazione dei giovani che non possiamo lasciare al caso o sperare che crescano semplicemente dallo spontaneismo dei singoli.

IL RUGGITO: studente e poi Ordinario di origine meridionale che si afferma in un contesto diverso da quello natio: quali sono stati i segreti del tuo successo?

ANGELO: un modo abbastanza istintivo di rispondere a questa domanda mi porterebbe a dire: lavoro, lavoro e poi ancora duro lavoro! Questo è vero, ma la volontà, la determinazione, l’ambizione, la voglia di riscatto sociale per quanto ingredienti necessari non sono sufficienti. Nel mio caso, la stabilità familiare e il costante supporto di Franca sono stati fattori fondamentali. Poi penso che la fortuna sia importante, anche se spesso siamo portati a considerarla un aspetto della nostra vita esogeno e casuale. Invece nella mia esperienza è stato cruciale l’aver continuato anche durante i periodi bui a prepararmi e farmi trovare pronto a cogliere le opportunità. Ciò che voglio dire è che ci si prepara non solo attraverso il duro lavoro, ma anche con la coerenza e la lungimiranza delle scelte che assumiamo. Restare fedeli a ciò che siamo, ai nostri valori, perseverare in una visione identitaria di noi stessi nel mentre facciamo esperienze diverse, riuscire a sperimentare e a capitalizzare nel mentre ci apriamo al nuovo, imparare in fretta dagli errori, tutto questo ci fortifica nella consapevolezza e ci rende più sicuri nel cammino.

IL RUGGITO: se dovessero chiederti una qualità, tipicamente meridionale, che ti ha aiutato nella crescita personale, professionale ed accademica in terra bolognese, quale ti verrebbe subito in mente?

ANGELO: certe volte ci penso a questa cosa! Francamente, non ho una risposta sicura sulle mie “qualità meridionali”.

 IL RUGGITO: torniamo un po’ alle origini, se dico Savelli, oggi, a cosa pensi?

ANGELO: sono invece sicuro di ciò che per me ha significato vivere e crescere a Savelli; è stato un microcosmo straordinario, unico, che ho vissuto intensamente in tutti i suoi aspetti:

  • la serenità e la sicurezza sociale della famiglia, di genitori eccezionali che per me, mio fratello e le mie sorelle hanno rappresentato un modello di comportamento, una testimonianza diretta dei valori fondamentali;
  • a Savelli ho conosciuto mia moglie Franca che ho incontrato per la prima volta alle elementari e con la quale ho costruito la mia famiglia;
  • e poi l’affetto e l’amicizia dei tanti zii e cugini, di una “famiglia allargata” che, come accade spesso a Savelli, aiuta a costruire valori di rispetto, solidarietà, supporto reciproco;
  • ho sempre considerato di grande valore la partecipazione alla vita sportiva: pallavolo, tennis e soprattutto l’esperienza come “stopper” del mitico Savelli Calcio;
  • non meno importante la stagione irripetibile delle radio libere: ho cominciato piccolissimo con il programma dei bambini nella Radio Sila Savelli per poi approdare ai programmi notturni di Radio Quinta Dimensione ormai adolescente;
  • infine, il liceo scientifico a San Giovanni in Fiore, scandito dalla “sperimentazione sociale” durante gli innumerevoli viaggi con i pullman di Romano.

IL RUGGITO: hai modo di fare spesso ritorno al paese? Come lo trovi con il passare del tempo?

ANGELO: come ho detto, Savelli mi ha dato un prezioso bagaglio valoriale fatto di lealtà e rispetto, apertura mentale, solidarietà e senso di responsabilità, profondità degli affetti. Da ciò nel corso della vita ho cercato di non allontanarmi troppo, anzi, frequentando assiduamente Savelli, ho continuato a praticare questi valori. Penso che le nostre radici diventino più profonde e vigorose quanto più sappiamo coltivarle con cura e perseveranza. Non possono rimanere un ricordo astratto dell’infanzia o una mera nostalgia del tempo che è stato.

IL RUGGITO: quali le differenze fra la “tua” Savelli e quella che rivivi adesso quando vi fai ritorno?

ANGELO: io continuo a tornare a Savelli con lo spirito di sempre: la voglia e il piacere di incontrare i familiari, gli amici di una vita intera e le tante persone che fanno di Savelli un luogo ricco di sentimenti. Per lavoro ho avuto l’opportunità di visitare tantissimi luoghi, da oriente ad occidente, da nord a sud del mondo. Penso sia sbagliato fare paragoni con questi luoghi, ma anche fare paragoni con il passato: io vivo Savelli per quello che è oggi e non per quello che è stato o potrebbe diventare!

IL RUGGITO: ultima domanda, obbligata, per quanto ostica ed imprevedibile: come ti immagini Savelli fra venti anni?

ANGELO: per ovvie ragioni, per me Savelli tra vent’anni sarà diverso: non penso alle case, ai nostri splenditi paesaggi o ai servizi; sarà diverso perché saranno diverse le persone che incontrerò per strada….E soprattutto perché forse non incontrerò più tante persone a me care! Caro Antonio, arrivati a questo punto devo concludere l’intervista perché come puoi intuire è cresciuto in me un sentimento di tristezza!

Parola di Angelo Paletta, eccellenza accademica con Savelli nel cuore…