RAT IN THE KITCHEN – PASTA ALLA CARLOFORTINA

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Oggi parlerò della cucina tabarchina o tabarkina che designa una cucina tradizionale dell’arcipelago sulcitano, frutto di una sovrapposizione di cultura alimentare liguro-africano-sarda.

Carloforte è un comune italiano situato sull’isola di San Pietro, l’isola è situata a circa 10 km dalla costa sarda, e costituisce, insieme alla vicina isola di Sant’Antioco con altri isolotti e scogli vicini alle due isole, l’Arcipelago del Sulcis.

La cucina tabarchina o tabarkina  designa quindi una cucina tradizionale dell’arcipelago sulcitano, frutto di una sovrapposizione di cultura alimentare liguro-africano-sarda.

L’aggettivo culinario tabarchina o la locuzione alla tabarchina trae il suo nome dell’isola tunisina di Tabarca, che vide nel 1542 l’insediamento di una colonia di pescatori di corallo, proveniente dalla Liguria (in particolare dalla comunità pegliese). Ma poi i banchi di corallo si impoveriscono e i rapporti con le popolazioni arabe si deteriorano. Nel 1738, il primo nucleo di tabarchini si trasferi in Sardegna, su invito di Carlo Emanuele III di Savoia, e sbarcò sull’isola di San Pietro, allora disabitata, dove fondò un nuovo comune Carloforte. Oltre al corallo, questi liguri d’oltremare hanno imparato a lavorare il tonno. La cucina tabarchina è principalmente influenzata dalla cucina ligure: e tra tutti primeggia il pestu ma il vero protagonista della gastronomia carlofortina, è indubbiamente il tonno di cui si mangia quasi tutto e ogni sua parte.

Il piatto che vi andrò a proporre unisce il profumo fresco e deciso del buon pesto ligure e il sapore del “pane di Carloforte”, il tonno.

 

Ingredienti (per due persone)

– 200 gr di pasta trafilata in bronzo;

– 150 gr. di pomodorini;

– 100 gr. di filetti di tonno all’olio extravergine di oliva;

– 2 cucchiai di pesto alla genovese;

– olio e.v.o.;

– aglio;

– sale;

– erba cipollina

Difficoltà: facile;
Tempo: 30 minuti

Preparazione
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata.

Potete usare qualsiasi tipo di pasta, io ho optato delle rigatoni trafilati in bronzo, perfetti con qualsiasi tipo di sugo.

Mentre cuoce la pasta, in una padella fate rosolare uno spicchio d’aglio in camicia con un cucchiaio d’olio extra vergine di oliva, aggiungete quindi i pomodorini tagliati in quattro, aggiustate di sale, e lasciate cuocere a fuoco dolce per una decina di minuti, amalgamando verso la fine della cottura il pesto alla genovese (io ho utilizzato il pesto preparato al momento, in un mortaio o nel mixer, con basilico fresco, olio extravergine di oliva, sale, parmigiano e pecorino grattugiati, aglio e pinoli).

Un piccolo trucco è che se utilizzate il mixer, dovrete frullate gli ingredienti a scatti per non surriscaldarli e ossidarli.
Quando la pasta sarà pronta, mantecatela nel sugo per amalgamare, aggiungendo dell’acqua di cottura all’occorrenza.

Impiattate ed aggiungete a freddo il tonno scolato dall’olio di conservazione e sbriciolato, insaporendo con un trito di erba cipollina.

 

Buon appetito

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