UMBERTO ROSSINI: IL PAESE FOTOGRAFATO

La comunità savellese ha tributato, in queste ore, il doveroso commiato ad una figura iconica del vivere paesano, Umberto Rossini, venuto a mancare all’età di 84 anni.

Storico fotografo, ma anche orafo, pittore, artista ed artigiano a tutto tondo, Umberto è stata presenza costante e dinamica per generazioni intere di paesani, lungo il solco di un’attività intrapresa sin da ragazzo e proseguita per praticamente più di mezzo secolo fino a qualche anno fa.

Immagine gioviale, pulita, discreta del paese, egli è stato da sempre amico condiviso, interlocutore educato e riguardoso, personaggio pieno di contenuti per quanto rispettoso e mai sopra le righe.

In una Savelli strettasi per dargli l’ultimo saluto, ma anche attraverso i social, diffusissimo, non poteva essere altrimenti, il sentimento di vicinanza espresso, praticamente da tutti, nei confronti dei familiari.

Cosi come oltremodo meritato è l’omaggio che l’intera comunità paesana, residente e non, ha finito per rendere a colui che per molti era il Comparuccio, esponente di un paese intriso di principi sani e di valori autentici.

E che oggi odora ancor di più di disarmante nostalgia, considerato che la scomparsa di Rossini segna i tratti tipici del venir meno di figure pubbliche riconosciute che, al di là di una dimensione ristrettissima riservata agli affetti più prossimi, resteranno per sempre nella memoria di ciascuno di noi.

Un patrimonio che per il tramite del significato simbolico, ma quanto mai prezioso, di un album di foto, di una ripresa video, di un gioiello o di un quadro, si manterrà sempre vivo attraverso il ricordo, ben oltre il termine di un’esistenza terrena che in ogni sua opera rappresenterà comunque testimonianza da preservare e tramandare.

Perché per moltissime generazioni passate e presenti, compresa la mia, Umberto Rossini è stato il testimone dei momenti più belli, quelli in cui attraverso la propria frenetica attività, fatta di creatività e passione autentica, lui c’era praticamente sempre, meticolosamente impegnato a racchiudere il meglio in ogni sua foto, in ogni sua ripresa, in ogni suo dipinto, in tutto quello che genuinamente riusciva a mettere in atto quale espressione di una verve autentica e pur sempre viva.

Racchiusa in uno scatto, in un attimo, in un fotogramma, nelle foto del giorno del matrimonio, in quell’ingrandimento di un carnevale in uno studio appositamente allestito e sempre attrezzato, nelle riprese effettuate con le prime videocamere nei giorni di festa, in una partita di calcio, ma anche nella foto del primo compleanno, in quella della prima fototessera, in un frammento di famiglia che in un’istantanea racchiude il tutto e l’oltre ben oltre il tempo che inesorabile scorre.

E per quanto mi riguarda, oltre al comune, anche con il ricordo di un prestigioso cameraman che accompagnò una mia indimenticabile telecronaca di una esibizione del Savelli, nel 1998, di cui mi porterò per sempre dietro la sensazione appagante del suo coinvolgente entusiasmo.

Ciao Comparuccio, riposa in pace; ora attrezzati per riprendere ed immortalare al meglio questo mondo anche da lassù…