CIAO JOLE

La Calabria intera piange il suo Presidente.

Dopo otto mesi intensi al servizio della sua terra (il 15 febbraio 2020 era stata proclamata quale primo Presidente donna della Regione), Jole Santelli, 51 anni, è stata ritrovata morta, nella mattinata odierna, nella sua abitazione cosentina dove, ieri sera, aveva fatto ritorno al termine dell’ennesima ed estenuante giornata di lavoro.

Da donna, prima che da Governatrice, Jole lottava da tempo contro il cancro, male incurabile ed inesorabile del nostro tempo che comunque non aveva in alcun modo fermato la sua proverbiale e cocciuta attività istituzionale.

Archiviata infatti, una campagna elettorale che, come quasi sempre avviene a queste latitudini, si era rivelata assai aspra e probante, Jole aveva mosso i suoi primi passi da Presidente con spirito comunque esemplare, seppur, ovviamente, non tutte le sue scelte sono state sempre condivise e condivisibili.

L’attività istituzionale ed amministrativa del suo nuovo corso, da etichettarsi in ogni caso come innovativo, è stata inevitabilmente segnata dall’incedere della pandemia che, anche su suolo calabrese, ha esplicato i suoi effetti in termini di azioni delicate da dover compiere e di tensione quotidiana con cui fare i conti.

Pur non essendo stato un suo sostenitore, ho condiviso molte scelte del Presidente, specie con riguardo a quelle tese a fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, perché in quelle scelte intravvedevo qualità autentiche di coraggio, di coerenza e di voglia di essere risolutiva, talvolta addirittura anticipatrice pur mettendo in conto i rischi da dover correre.

Per questo, non ho mancato di elogiare la Governatrice tanto che per la prima volta in vita mia ho voluto seguire l’azione istituzionale di un politico di centrodestra iscrivendomi addirittura alla sua pagina Facebook.

Rispetto alla figura della Santelli, il mio giudizio è stato da sempre improntato da una sottile e persino non nascosta simpatia, sfociata, talvolta incomprensibilmente, in insospettabile condivisione e qualche volta, poche rispetto a quanto era lecito attendersi, in giudizio critico e severo.

L’epilogo di oggi dimostra e ribadisce che ci avevo visto giusto.

Non tanto e non solo perché dinnanzi al dramma di una persona, donna prima che rappresentante politica, il cordoglio e la pietas devono lecitamente, con buona pace dei guerrafondai da tastiera, prendere il sopravvento su tutto il resto, ma anche per molto altro.

Tantissime voci di corridoio raccontavano di una Governatrice alle prese con la lotta contro la terribile malattia fin dall’epoca della competizione elettorale regionale.

Non so se alla luce dei fatti odierni, quelle voci, erano da ritenersi fondate; nè mi interessa particolarmente approfondire la materia.

Ciò che conta è che per come è finita, non servono giudizi soggettivi a raccontare Jole Santelli.

Il suo atteggiamento di fronte alla malattia coincide inesorabilmente con il lato più verace, insospettabilmente espressivo, di una terra unica, nel bene e nel male.

Una terra intrisa di contraddizioni come di valori autentici, di forza quanto di coraggio, di verve combattiva oltre che di spirito mai arrendevole.

Quelle stesse qualità, radicate e fin troppo sincere, Jole le ha personificate realmente, senza se e senza ma.

Portando molto spesso la Calabria al centro del dibattito nazionale, dandole un risalto mediatico che mai nessuno le aveva saputo far conquistare, attirando su di sé giudizi più o meno comprensibilmente severi.

Lo ha fatto, tuttavia, vivendo e governando con quel senso di libertà e spensieratezza che proprio la malattia aveva evidentemente contribuito a farle ulteriormente risaltare.

Nella tarantella di San Giovanni in Fiore, nelle lunghe interviste sui media nazionali dei mesi scorsi c’era dentro il senso di un’esistenza vissuta appieno che il triste epilogo di oggi ha solo in parte vanificato.

Quel che resta è infatti un’eredità umana ancor più che istituzionale indiscutibile, da dover raccontare e di cui fare innegabilmente tesoro.

Raccontando di una donna che ha voluto rappresentare la Calabria nel miglior modo possibile, facendola sognare, talvolta anche incavolare, riscuotendo elogi e finanche critiche, ma provando a lottare con il senso di una sfida costante, da combattente, che solo chi è nato in questa terra e solo chi a questa terra vuole realmente bene può saper conoscere e conseguentemente apprezzare.

Che la terra ti sia lieve, cara Jole…