SAVELLI, I 100 ANNI DI PEPPINA LAMANNA – Versione integrale articolo de “Il Crotonese” del 7 settembre 2021

Lo scorso mercoledì 1 settembre, in una Savelli che per l’evenienza ha indossato l’abito delle grandi occasioni, si sono svolti i festeggiamenti per i 100 anni di Giuseppina Lamanna, per tutti, parenti e non, “Pippina a Pellettara”.

Alla presenza di un foltissimo numero di parenti, alcuni savellesi, altri giunti anche dalle più disparate località della penisola, i familiari della nonna Peppina hanno magnificamente organizzato la degna celebrazione per ricordare il meraviglioso traguardo raggiunto dalla amata congiunta.

Si è trattato di un’occasione per imprimere il senso di una giornata di festa comunque storica, in cui a farla da padrone stato il senso di un doveroso omaggio reso, simbolicamente e non solo, da tutta la comunità paesana alla neo centenaria.

I festeggiamenti, dopo essere iniziati presso l’abitazione di Peppina, sono proseguiti presso il locale ristorante “Il Campeggio”, dove la festa è stata allietata dalla presenza di Paolo Marra e dalla troupe della sua popolare trasmissione televisiva “Si Giri CCu Mia….” oltre che dagli intermezzi musicali dell’artista Gino Grande e dall’omaggio istituzionale del primo cittadino del centro silano, Domenico Frontera.

Ad accompagnare un compleanno speciale per la nonnina savellese, la coinvolgente presenza di un nutrito gruppo di parenti, figli, nipoti e pronipoti ritrovatisi, uniti e festanti, per fare da gioiosi spettatori allo spegnimento delle 100 candeline.

Nata e cresciuta a Savelli, dove ha trascorso tutta la sua vita, Peppina è madre di tre figli (Francesco, Antonio e Angela) oltre che nonna, bisnonna e trisavola.

Come per tutte le donne della sua generazione, la vita di Peppina Lamanna è stata esistenza vissuta sgomitando in un mare di sacrifici, in un’epoca passata a cavallo delle due guerre e poi naturalmente marchiata, dal punto di vista personale e non, da quanto accaduto nel proprio contesto di riferimento, da momenti belli ed indimenticabili e da altri più difficili da superare.

Moglie di Pasquale Rotundo, scomparso nel 1984, suo compagno di vita nato nel giugno 1916 con il quale era convolata a nozze nell’agosto 1941, Peppina è persona sempre mite che ha saputo affrontare con serenità le varie vicissitudini che la vita ha prospettato davanti al proprio cammino.

Ancora oggi, in nome di una lucidità praticamente intatta, quello che emerge è la battuta sempre pronta, il sorriso pur costantemente rassicurante, la capacità di ascoltare e di dare consigli.

Il tutto, nel solco di una serenità d’animo che è stata sua dote morale indiscussa e preziosa anche in quei momenti che potevano rivelarsi proibitivi per quanto sconfortanti.

A quanti le chiedono il segreto della sua longevità, Peppina risponde “di aver sempre lavorato e mangiato cibo genuino”.

Una ricetta semplice per quanto significativa che rende come non mai il senso di una donna altrettanto semplice, ma che della sua statura morale ha comunque saputo fare, e come, esempio di vita.

Una testimonianza che irreprensibile lo è stata e continua ad esserlo, quale segno di un incedere costante nel tempo, la cui nobiltà di fondo è stata solo ulteriormente confermata, non poteva essere altrimenti, al cospetto di un traguardo così prestigioso ed emozionante.