GIU’ LE MANI DAL CROTONE

CROTONE

La stagione scorsa la bufera su Carpi e Frosinone in seguito alle sconsiderate dichiarazioni di Lotito.

Di recente, una campagna mediatica senza precedenti che ha quale inaspettato bersaglio, l’Fc Crotone, fin qui una delle favole calcistiche più esaltanti del panorama calcistico nazionale ed europeo (secondo solo al Leicester) ed i vertici del sodalizio rossoblu, i patron Raffaele e Giovanni Vrenna.

Sembra non debba esserci pace per le “cenerentole” di serie B.

Eppure è strano che un campionato, quello cadetto, che dovrebbe pregiarsi di storie che vanno al di là dell’impresa sportiva, balzi alle cronache per polemiche extracalcistiche che nulla hanno a che vedere con il rettangolo verde.

Se le simpatiche (si fa per dire) affermazioni di Lotito non hanno tuttavia prodotto effetto (Carpi e Frosinone in A ci sono andate comunque), la vicenda che “coinvolge” il Crotone calcio è ben più complessa e delicata.

Riguarda molteplici elementi: sociali, economici e di riscatto, di una terra che non può e non deve essere (o sentirsi) ostaggio di stereotipi negativi anche quando ci sarebbe da raccontarne il volto migliore.

Sono aspetti ben più importanti di una vittoria sul campo e che vale la pena approfondire per farsi un’idea.

Il primo passo dell’analisi parte dall’assunto, a parer mio imprescindibile, che vicissitudini personali, legate peraltro ad indagini condotte da diverso tempo dalla magistratura competente, non possano e non debbano confondersi, per alcun motivo, con  l’attualità di un Crotone meritatamente secondo in classifica.

Questo vale in generale, vale ancor di più nel caso specifico, allorché ad oggi nessuna indagine ha portato a condanne, ma semmai ad assoluzioni passate quasi inosservate a voler leggere certi articoli apparsi sulla carta stampata negli ultimi giorni.

I due piani non possono e non devono, in ogni caso, sovrapporsi per due ordini di motivi.

Il primo è legato per l’appunto all’iter lungo il quale si sta sviluppando la vicenda: ad oggi, infatti, non esiste una condanna, ma solo una richiesta di confisca beni, già rigettata in prima istanza e contro la quale la procura antimafia di Catanzaro ha presentato ricorso di parte che deve ancora essere preso in esame.

Il secondo è che, con buona pace di Tg nazionali spesso propensi a denigrare a priori certe latitudini più che a verificare il contenuto e la fondatezza di una notizia (peraltro poi smentita), il Crotone non ha in alcun modo beneficiato di “aiuti” in questo campionato che sta, al contrario, portando avanti da autentica rivelazione e sorprendente squadra da battere.

Il cammino degli uomini di mister Juric ed alcuni episodi arbitrali sfavorevoli dimostrano, quindi, che il Crotone il posto che occupa se lo è conquistato sul campo, dalla prima giornata fino all’ultima, epica e memorabile vittoria in quel di Bari.

La vittoria di Bari appunto, quella che sembra aver segnato lo spartiacque fra un Crotone simpatico a tutti, potenzialmente non in grado di “tenere” fino al termine del torneo ed un  Crotone che invece reagisce anche dopo la prima sconfitta casalinga, va ad imporre la “legge del più forte” in casa di uno degli avversari più accreditati per la “promozione” e diventa improvvisamente espressione di un “calcio malato”.

Che proprio i tre punti in terra pugliese abbiano demarcato una sorta di confine, oltre il quale il Crotone può dar fastidio, non voglio pensarlo.

Sono consapevole che il calcio è uno sport fatto di interessi, di equilibri e giochi di potere, di diritti televisivi da spartirsi, di equilibri in Lega da mantenere e rispettare.

Come ogni italiano che dal calcio è anestetizzato, che del calcio fa passione pur sapendo si tratti di tutto fuorché di un gioco, non voglio, per una volta, credere che, altri fattori possano voler ribaltare il chiaro verdetto maturato fin qui sul terreno di gioco.

Certo, restando sul piano degli interrogativi, i dubbi sono molti.

Perché la notizia deflagra proprio in questo momento?

La stessa campagna sarebbe stata profusa se il Crotone fosse stato in fondo alla classifica del campionato cadetto?

Perché, ancor prima che parlare delle motivazioni della sentenza che rigetta la prima richiesta di confisca beni, si tratta solo del ricorso della procura antimafia di Catanzaro?

Perché, a rimettere in circuito il trambusto mediatico è un giornale che poco o nulla ha a che fare con le sorti del Crotone, tanto che nella foto che accompagna l’articolo nella versione on line del giornale, compaiono i giocatori del Perugia e non del Crotone?

E ancora, perché lo stesso giornale si interessa, in questi termini, di una sperduta realtà di provincia, abituato, come è, a frequentare palcoscenici ben più nobili ed industrializzati?

Ed inoltre, perché occuparsi proprio adesso della proprietà crotonese, atteso che la stessa risulta immutata dal 1993, è la stessa che ha condotto il Crotone dal calcio di periferia fino alle soglie della A e le indagini che la riguardano sono in piedi da diverso tempo?

E se davvero l’intento è così nobile, perché per moralizzare l’intero sistema calcistico, a partire dagli scandali che lo hanno a vario titolo riguardato negli ultimi anni, non si passa al setaccio anche il vissuto di tutti gli imprenditori che nel calcio operano da decenni?

Perché non ci si concentra sulla provenienza di tutti i capitali che nel calcio vengono investiti, perché non si riprendono “indecenze” ben più blasonate, tipo quella legata all’evasione fiscale che, appena fuoriuscita, si è subito inabissata alla voce “inchiesta da archiviare”?

Nel mentre ognuno da la propria interpretazione dei fatti ed alcuni media nazionali sono impegnati a “strillare” una vicenda completamente estranea al campo, alla squadra ed alla città non resta che concentrarsi e continuare a vivere il miracolo sportivo che si sta realizzando, partita dopo partita, per regalare un sogno inimmaginabile alla vigilia, quando l’obiettivo dichiarato era la classica “salvezza tranquilla”.

Non spetta a me, né ad alcuno che non sia competente in materia ed abbia titolo a farlo, entrare nel merito della vicenda giudiziaria.

In attesa che le indagini facciano il proprio corso, come è giusto che sia, non voglio  pensare che la positività che una piccola città del Sud può esprimere, possa essere osteggiata, in quanto mirata a  sconvolgere interessi più grandi.

Né voglio credere che in quanto tale, una realtà calcistica così bella da vivere vada combattuta, in primis a livello mediatico, strumentalizzando l’emotività e il brusio che talune notizie generano.

Per tutto ciò, mi auguro che alla negatività si reagisca con ancor più furore e verve agonistica. Ancora una volta  sul campo ovviamente, con la gioia calcistica che questa squadra sta regalando ai propri supporters ed a tutti coloro che ne stanno osservando, da addetti a lavori o semplici simpatizzanti, le gesta.

Sarebbe il miglior modo per archiviare ogni forma di polemica, per lanciare il messaggio che questo Crotone si ammira, ma non si tocca.