ROMANO PESAVENTO: IL DIRITTO AL POTERE

Foto Pesavento

Seguire da vicino la scalata di un amico verso la ribalta nazionale è sempre motivo di vanto.

L’orgoglio è ancora più smisurato laddove mi trovo a dover elogiare Romano Pesavento (nella foto), docente di Diritto ed Economia e Presidente nazionale del Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani.

In questo caso, più che in altri, posso infatti incensarmi, senza alcun timore di smentita, di averci visto lungo fin da subito. Quando persino Crotone, la sua città, gli concedeva inspiegabilmente poco credito, il sottoscritto aveva già fiutato, insieme a pochi altri, le sue capacità e competenze.

Per questo, nel momento in cui tutta la stampa nazionale gli rende onore ed il contesto pitagorico sembra accorgersi di lui (meglio tardi che mai), il mancato stupore fa il paio con una corsia preferenziale che mi permette di non dover fare i conti con la sua agenda per discutere dei temi più attuali che lo interessano da vicino.

Rispetto al passato, l’argomento è decisamente diverso: non vi è da confrontarsi sulle politiche attive del lavoro della provincia crotonese, (quando io e lui, insieme ad altri 2 o 3, ne parlavamo, chi doveva ascoltarci faceva orecchie da mercanti), né di farsi forza nel nostro comune soggiorno friulano (esperienza significativa legata ad una tappa del suo peregrinare scolastico).

Si tratta più semplicemente di prendere atto della proposte avanzate da Pesavento nella veste di leader del coordinamento dei docenti della disciplina dei diritti umani, su tematiche che riguardano la scuola ed un ambito sul quale l’interesse è sempre attuale.

Numerose sono in tal senso le iniziative promosse da Pesavento e dal gruppo di docenti  del movimento attivi su tutto il territorio da egli stesso coordinati.

Anche da questo punto di vista, nessuna nuova; chi, come me, ha avuto modo di lavorargli al fianco, non può non conoscere la sua frizzante effervescenza, la sua continua ricerca di nuove frontiere ed argomenti, la sua voglia sfrenata di studio e di ricerca.

E se solo ieri, stimoli sempre presenti partorivano idee come l’Osservatorio provinciale delle politiche del Lavoro (splendida proposta progettuale rimasta tale, ma non per nostri demeriti) o ancora Expo Studi & Lavori (prima ed unica rassegna tenuta a Crotone in materia di mercato del Lavoro), oggi le iniziative in cantiere riguardano per l’appunto il mondo dell’istruzione.

La prima di tali proposte, la più importante dal punto di vista operativo, è strettamente connessa alla riforma della “buona scuola” di recente promulgazione.

Riguarda, nello specifico, la possibilità di utilizzare nel piano di assunzione fase C (gli addetti ai lavori sapranno di cosa si parla), il contingente esistente nella classe A019 (discipline giuridiche ed economiche), per il potenziamento dell’educazione ai diritti umani negli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

Un’indicazione preziosa ed innovativa che, non a caso, ha incontrato da subito la risposta favorevole del Miur che recita in sintesi: “l’insegnamento alternativo alla religione cattolica prevede prevalentemente un programma relativo ai diritti umani e la possibilità, per le scuole che lo attivano, di avvalersi, in assenza di disponibilità interna, di personale della classe A019”.

Si rappresenta, in altri termini, che quanto auspicato dal movimento troverà sicuramente riscontro nella determinazione del fabbisogno dell’organico dell’autonomia da parte delle istituzioni scolastiche e nella definizione dello stesso da parte degli uffici scolastici regionali, secondo quanto previsto dalla legge.

Centrato il bersaglio su una proposta di portata straordinaria, l’azione del coordinamento e del Presidente Pesavento si è quindi indirizzata verso altri approdi del variegato universo dei diritti umani.

Il rispetto della legalità, la lotta alla dispersione scolastica e al disagio giovanile, l’integrazione e la solidarietà, l’eguaglianza e molto altro ancora, costituiscono il fulcro di questa autentica battaglia sociale.

Attraverso la creazione di un sistema di relazioni e contatti, qualificati e sinergici con gli operatori dei diversi contesti territoriali, Pesavento ha semplicemente fatto “il Pesavento”, inteso quale intellettuale (e non esagero) alla ricerca di spazi progettuali inesplorati, di idee sempre nuove mediante le quali alimentare il proprio raggio di azione.

Come detto, nessuna novità per quanto mi riguarda; ancora più gratificante per lui, ma anche per me, è che di Romano si stiano finalmente accorgendo i livelli che più naturalmente gli dovrebbero appartenere.

Anni ed anni di sacrifici trascorsi a documentarsi, a scrivere, a rimpinguare le proprie pubblicazioni sulle più disparate tematiche, finiscono così con il ripagare l’altra faccia della medaglia, quella continua emigrazione nella strettissima veste di docente di Provincia e, come lui scherzosamente ama definirsi, di “esiliato al confine” che passa in secondo piano sulla scia dei suoi più recenti successi.

Convinto che si tratterà di un crescendo, non posso che auguragli il meglio; se da un punto di vista strettamente logistico ciò coincide con il ritorno a Crotone, dall’altro significa vedersi riconosciuto, sul campo, un curriculum di titoli e di qualificata esperienza “on the road” che manifesta uno spessore indiscutibile.

Lui lo merita, la sua terra glielo deve, con riconoscenza sacrosanta seppur tardiva.

Non fosse altro che per evitare di dover recriminare, fra qualche anno, di un altro “cervello in fuga”, costretto ad esprimere altrove, come sinora fatto, le proprie potenzialità.

Per poter finalmente essere Pesavento in casa propria e poter portare, anche da queste parti, il “diritto” al potere.