ON THE ROAD – UN RUGGITO DA VIAGGIO

Sopraggiungere della bella stagione, necessità di staccare dalla routine quotidiana, voglia di scoprire nuovi orizzonti. Anche questa volta, come fortunatamente avvenuto negli ultimi anni, il mese di giugno è coinciso con il mio tradizionale viaggio estivo.

La solita “capatina” in terra lombarda, fra Milano e Brianza, accompagnata da una fugace apparizione nella Bergamo Alta, è stata abbinata, stavolta, ad un prolungato e splendido soggiorno toscano.

La cinque giorni in terra maremmana è per questo indiscussa protagonista di questo mio “racconto di viaggio”.

Avevo visitato più volte Firenze, l’ultima delle quali poco più di un anno fa, mentre Pisa e Siena erano solo ricordi, ahimè sbiaditi, della classica “gita” delle scuole medie.

Premesso ciò, ho sempre immaginato che, nella sua interezza, tutta la Toscana potesse configurarsi quale una regione meravigliosa. Mai aspettativa fu più azzeccata, almeno per quanto visto in questa occasione.

In attesa di approfondire la conoscenza del suo lato più costiero, la Regione ha infatti confermato le impressioni iniziali, quelle che ti fai, per dirne una, quando percorri il tratto appenninico dell’Autostrada del Sole e ti immergi in paesaggi splendidi, capaci di inglobare sfaccettature diverse ed in grado di estasiare per colori e odori.

Affacciarsi alla Toscana ha confermato quindi le positive attese della vigilia, e, se possibile, le ha ulteriormente rinvigorite sotto l’incedere di una cornice, quella delle colline senesi, a dir poco indimenticabile.

Da sogno, quasi certamente non più ripetibile, il soggiorno in quel di Pentolina, in un resort che mi ha restituito il senso paradisiaco del relax, a contatto con la natura, sulle orme del Conte Scroffa ed a fianco dei miei compagni di viaggio, Franco e Rubens.

Entrano prepotentemente nel mio personale patrimonio di viaggiatore, inoltre, le visite a Firenze ed a Siena, la sortita in quel di San Galgano (eremo ed abbazia), le stupendi “gite fuori porta” in ambienti architettonici di rara bellezza quali quelli di Colle Val D’Elsa, Monteriggioni e San Gimignano (fra tutti, seppur di poco, il mio preferito).

Cosa che non guasta affatto, a rendere ancora più splendida la vacanza, il suo lato enogastronomico.

La Toscana, da questo punto di vista, la metto in cima ai luoghi italici fin qui visitati: terra di “fiorentina” che si scioglie in bocca, di chianina altrettanto prelibata, di ragù di cinta e di cinghiale dalle inestimabili fattezze, di altre prelibatezze (peposo, pigi, pappa al pomodoro ad esempio) e di vini dalle note sublimi e dalla fragranza eccelsa.

Oltre che i sapori, resteranno nella mia mente, l’effervescenza artistica di Firenze, l’identità di Siena con la sua splendida Piazza del Campo e le contrade, la religiosità che sa trasmettere il Santuario di Santa Caterina.

Come impressa nella mia mente è l’essenza di questo girovagare toscano: i paesaggi per l’appunto, ma anche e soprattutto il senso di una storia che si percepisce nella vita di tutti i giorni, che trasuda di arte, che è atmosfera in grado di far cogliere aspetti trattati solo sui libri.

È da queste parti, infatti, che pezzi di quotidianità ti raccontano il Medioevo ed il Rinascimento quasi come se ci stessi vivessi dentro.

Se tutto questo ha rappresentato il nuovo di questo mio ultimo “pellegrinaggio” estivo, leitmotiv anche di questo viaggio è stato il ricongiungersi agli amici di sempre, quelli che spesso vengo a trovare al Nord, quelli con cui abitualmente trascorro, da sempre, le mie serate agostane in quel di Savelli.

A Bergamo, location insolita anche per terroni trapiantati da decenni al Settentrione come molti di loro, c’erano davvero tutti: i miei fratelli (Domenico e Giuseppe) e le rispettive consorti (Giusi e Maria), il mio nipotino Pietro Paolo e poi Franco ed Emanuela, Rubens, Enzo, Mario, Attilio e Caterina, Beppe, Sabrina e Vincenzo, Gerry, Mena e Yuri, Salvatore e Francesca e, infine,Nellina ed Antonio.

Un “mini raduno” paesano in grado di regalare quello che, a mio parere, ogni viaggio deve preservare: andare al di là, aprirsi al nuovo, farsi contaminare dall’esperienza, senza tuttavia perdere di vista il proprio punto di partenza, né tantomeno gli affetti ed i luoghi dai quali si parte.

Tutto ciò, mentre ha già avuto inizio il conto alla rovescia per il prossimo viaggio che non è detto debba necessariamente avvenire la prossima estate.

Sai che fatica, in fondo, potrebbe rivelarsi l’attendere così tanto…