LA TERRAZZA PER LE STELLE

Foto Parco Lilio

Archiviati anni di tribolate vicissitudini, il Parco Astronomico “Lilio” di Savelli, che prende il nome dal medico, astronomo e matematico, nato a Cirò nel 1510 ed ideatore della riforma del calendario gregoriano, ai più noto semplicemente come Osservatorio Astronomico, è finalmente realtà.

Ultimati i lavori e definiti gli ultimi dettagli burocratici, in località “Caccianinni”, lungo la strada che collega Savelli a Villaggio “Pino Grande”, la struttura è di fatto pienamente operativa, in attesa di quella che sarà poi la formale inaugurazione.

La prima uscita ufficiale, quella odierna nella quale in Piazza Precone è prevista l’osservazione pubblica, con la messa a disposizione dei telescopi del Parco, del transito di Mercurio sul Sole, segna inconfutabilmente un nuovo inizio, ulteriormente confermato dall’assemblea, tenutasi di recente, e volta alla costituzione di una locale associazione di astrofili.

Tralasciati gli aspetti più strettamente tecnici del Parco, già spiegati, in altri ambiti, dai responsabili scientifici e gestionali della struttura due sono, dal mio punto di vista, gli aspetti da sottolineare in relazione all’embrionale attività di “Lilio”.

Il primo coincide con le impressioni positive che emergono da un primo contatto con gli stessi soggetti direttamente coinvolti nella gestione che lascia intravvedere ottime prospettive per le sorti future del nuovo contesto scientifico.

Se da un lato quindi, conforta il fatto la struttura può vantarsi di essere in “buone mani”, pregiarsi della sapiente opera di professionisti qualificati e rinomati nei rispettivi settori di competenza, dall’altro, il secondo aspetto da rimarcare è l’assoluta strategicità che tale opera riveste per le residue speranze di crescita del nostro territorio, inteso nel suo più complessivo tessuto socio-economico.

Se è certo che fasti di un tempo, per quanto affollati e coinvolgenti, sono oramai divenuti solo un nostalgico ricordo del nostro centro abitato, altrettanto certo è che solo la piena attività del Parco Astronomico, la sua benefica estensione oltre i confini locali, il suo consolidarsi gradualmente nel tempo, possa contribuire, in maniera decisiva, ad invertire la rotta.

Restituire a Savelli la vitalità perduta, consegnargli un ruolo di primo piano in un contesto unico quale quello silano, è la mira a cui si deve orientare pertanto l’incedere del Parco, delle sue attività, della sua crescita.

Negli anni, quando si parla di Mezzogiorno in genere e di Calabria in particolare, l’espressione “ultimo treno” è stata fin troppo utilizzata ed abusata.

Nel caso di specie, invece, la stessa locuzione, da riproporre in chiave decisamente ottimistica, calza a pennello: il Parco Astronomico concretizza, infatti, l’ultima, reale, tangibile e seria ipotesi di sviluppo di Savelli, del centro abitato, del Villaggio turistico e di tutto ciò che questo territorio può e deve significare in termini di natura splendida ed incontaminata.

Per cogliere le opportunità per le quali il Parco è stato ideato, per tradurre in concreto gli obiettivi che ci si prefissa oggi che la struttura entra a regime, come ieri quando è stata “pensata”, è tuttavia necessario il repentino instaurarsi di un approccio produttivo di tutta la comunità locale.

In altri termini, “Lilio” non è la classica “occasione” intorno alla quale dimenarsi per accaparrarsi il “posto fisso”; non è neanche il Savelli Hospital (per citare una delle ultime opere portate a termine) dove la ricaduta occupazionale era prevedibile e ben definita.

Al contrario, i benefici del Parco Astronomico riguardano aspetti eterogenei, in parte non del tutto risaputi e per questo potenzialmente ancor più intriganti.

Gli effetti occupazionali diretti, infatti, avranno connotati comprensibilmente delimitati come preventivabile per una struttura non orientata alla produzione di beni e/o servizi, ma destinata ad un’attività di ricerca nel campo scientifico ed astronomico.

Molto più interessante e da esplorare sarà invece l’indotto che il Parco consentirà di perlustrare in termini di valore aggiunto e di ricchezza, di economia da creare e da distribuire nell’ambito di un contesto che ne ha un bisogno pressoché vitale.

Porsi con atteggiamento propositivo al cospetto del Parco astronomico è pertanto la sfida che attende ogni cittadino savellese; ciò permetterà di afferrare i salutari effetti di “Lilio” e trasformarli in condizioni propizie da inserire nel proprio vissuto quotidiano e nel più complessivo vivere collettivo.

In questa direzione, immaginabile è che il Parco incoraggi il nascere di iniziative culturali e scientifiche collaterali e connesse, oltre che il sorgere di attività economiche e sociali di contorno alla struttura; preminentemente ricettive ad esempio, ma non solo tali.

Così facendo, quella che ieri era un’idea, nel tempo alternativamente passata dall’essere sogno o incubo, oggi si può candidare seriamente a diventare dimensione scientifica di livello nazionale, intorno alla quale poggiare solide possibilità di sviluppo.

Spero vivamente che quello che ad oggi è un auspicio, comunque ambizioso, possa tradursi positivamente e trasformarsi in realtà il prima possibile.

Ne ha bisogno Savelli, ne hanno bisogno i savellesi.

Il Parco Astronomico “Lilio” possiede tutte le credenziali per affrontare la sfida ed esplorare vette fin qui solo immaginate; d’ora in avanti quindi, non resta che attendere il configurarsi di una nuova ottica che sia autenticamente, è il caso di dirlo, proiettata verso dimensioni celesti.

La terrazza c’è ed è collocata in una prospettiva estasiante, ideale per guardare le stelle; il prossimo obiettivo è presto detto: indirizzarla laddove merita, diritta ed incontrastata verso il cielo.