CIAO NICOLA!!!

Nastro di lutto

Alla fine Nicola non ce l’ha fatta.

Non sono bastate le preghiere di un’intera comunità paesana, idealmente strettasi intorno alla sorte di un suo figlio, per vedere realizzato quel “miracolo” che occorreva all’indomani dello “squarcio” devastante che, poco prima di Natale, aveva sconvolto la sua vita.

La speranza lascia così spazio a sgomento e tristezza, sensazioni agghiaccianti che rendono difficile raccontare di un’esistenza che termina prematuramente il suo cammino terreno.

Trattenendo a stento le lacrime, forse unico “approdo” in cui rifugiarsi per allontanare la nostalgica emotività del momento, ci provo, convinto che, questa volta, il rischio di non saper esprimere tutto ciò che si ha dentro è pressoché scontato.

Ci lascia una persona umile e buona, un “amico di tutti”, un piccolo grande uomo, generoso con la vita ben al di là di quanto la vita lo sia stato con lui.

Come per tutti quelli che l’hanno conosciuto, per i savellesi (praticamente tutti) che hanno avuto modo di condividere con lui un momento, di scambiare una parola, un sorriso, il mio ricordo non può che essere struggente.

Rivolgendo lo sguardo al passato, doveroso farlo in questi casi, ripenso al Nicola più grande di qualche anno di quelli della mia “classe”, per nulla eccelso in profitto (sorrido mentre lo scrivo), ma, di contro, bravissimo ad insegnarci le “marachellate” tipiche di adolescenti che apprendevano curiosi gli insegnamenti del compagno più grande.

E poi alle tante partite a calcio balilla (per noi tutti “biliardino”) ed a carte, passatempi “fatti in casa” di un’età giovanile non tecnologica quanto quella odierna, ma ben più piacevole e coinvolgente.

Guardando, invece, ai momenti più recenti ecco le classiche e frequenti chiacchierate al bar, fra un “piccolino” di vino e l’altro, le occasioni conviviali vissute con amici comuni, quella sana autoironia che gli valeva sempre appellativi diversi e comunque affettuosi, consentendogli, al contempo, di sapere stare con tutti, in “punta di piedi” e senza mai una parola di troppo.

Nel dare una giustificazione al suo trapasso a “miglior vita”, anche questo doveroso per ogni credente che cerca di spiegarsi un epilogo razionalmente non comprensibile, mi piace pensare che Nicola sia già approdato in quel “regno” dove tutto è più giusto, tutto più equo.

Lì avrà già ritrovato i suoi indimenticati genitori e da quelle parti avrà avuto quanto la sua condotta terrena non ha saputo donargli: tranquillità e pace, serenità e gioia.

Da buon guerriero, sempre pronto a lottare con le difficoltà di una vita fin troppo ingiusta ed amara, sarà quello il luogo della ricompensa e del riposo, il luogo dove tutto gli sarà restituito in eterno.

La sua storia ed il suo vissuto resteranno per sempre patrimonio da custodire, ricordo a cui attingere come se Nicola continuasse ad essere in mezzo a noi, con il suo sorriso, la sua battuta pronta, la sua umiltà.

Non trattandosi di addio, non posso perciò che dirti: ciao Nicola…