UN’IDEA PER SAVELLI DALLA GRECIA: #IOSTOCONTONIA

Ho letto, di recente, dell’idea di Tonia Cristiano, savellese di origine, cresciuta a Crotone e trapiantata ad Atene, dove vive ancora oggi, figlia di Domenico “Micurellu” e di Carlotta e “Ciocio” che suggerisce  di trasformare le “minelle” del paese in un museo a cielo aperto in cui far trionfare colori e murales a colpi di street art.

Ammetto, anzi, di essermi imbattuto nella notizia quasi per caso, sfogliando, distrattamente, le pagine de Il  Crotonese, alla ricerca, che credevo come al solito si rivelasse vana, di qualcosa che riguardasse  Savelli in un periodo in cui, fatta eccezione per il sorprendente cammino della locale squadra di calcio,  del paese si parla poco o nulla perché, oggettivamente, poco o nulla è rimasto da dire.

Sorpreso e catturato da quanto prospettato da Tonia che non conosco personalmente, ma con la quale  intenderò complimentarmi, di persona, quando avrò modo di incontrarla in quel di Savelli, dopo averlo già fatto su facebook (dove ha aperto, tra l’altro, il gruppo “Savelli paese delle stelle e della street art), ritengo ci sia  un solo modo di accogliere la sua proposta: entusiasmarsi e cercare di immaginare gli orizzonti che può permettere di esplorare.

Ecco perché, in un’era social nella quale la rete e la condivisione possono rappresentare preziosi veicoli  di promozione di iniziative simili, se dovessi tradurre in un hashtag il mio pensiero a riguardo, non potrei  che dire, #IOSTOCONTONIA.

#IOSTOCONTONIA anzitutto per il sentimento di appartenenza che traspare, fin da subito, quale  sfondo a questa iniziativa, un non so che di nostalgico e quasi commovente, ben impresso nelle parole, ricche di autentico significato che Tonia utilizza per introdurre l’idea facendo riferimento alla sua ed alla nostra Savelli: “noi che abbiamo avuto la fortuna di nascerci e la sfortuna di non poterci morire”.

#IOSTOCONTONIA perché ritengo che questa iniziativa possa realmente consentire, a costi  ridottissimi, di risvegliare un moto associativo e di aggregazione che è unico modo per liberarsi da uno  stato di torpore paesano, ad oggi, a dir poco soffocante.

#IOSTOCONTONIA per gli elementi identitari che intravedo quale spirito propulsivo che ne può guidare la realizzazione: un istintivo bisogno di sentirsi savellesi, una sensazione fin troppo dimenticata per quanto vitale, da recuperare quindi, primariamente, per garantire un futuro di sopravvivenza al nostro centro abitato.

#IOSTOCONTONIA perché sono curioso di registrare il coinvolgimento collettivo nel quale l’iniziativa può potenzialmente tradursi: una comunione di intenti su larga scala, capace di accomunare i savellesi residenti e quelli emigrati, di svilupparsi lungo il solco dello spirito artistico, della gioventù, della frizzantezza e della voglia di rivalsa.

#IOSTOCONTONIA perché sono convinto che da questa semplice, ma intrigante occasione, possa realmente rinascere un momento partecipativo che cerchi di riportare Savelli ai fasti di un tempo.

#IOSTOCONTONIA, per ultimo e non per importanza, perché credo che provarci, con ostinazione e senso di appartenenza, sia l’unica strada da percorrere: un cammino obbligato che è unica alternativa ad un destino di estinzione sostanzialmente già scritto.

Ecco perché #IOSTOCONTONIA.

Naturalmente, non sarò protagonista attivo, perché la mia verve artistica è praticamente inesistente; ci sarò tuttavia, con una qualche forma di contributo, economico se necessario, e ci sarò, ovviamente, nel senso di spendersi per promuovere questa iniziativa con un impegno diretto, con questo blog, ad esempio, ma anche con un altro paio di idee che mi sovvengono e che in questo momento tengo riservate nel cassetto per poterle tirare fuori al momento opportuno.

Ci sarò, anche e soprattutto, se questa idea camminerà con le gambe della gente comune, residente e non, perché è nel ricreare l’entusiasmo quotidiano, nel paese come a Torino, a Milano ed a Roma, in Grecia e perché no in Argentina (tutti luoghi a forte presenza paesana), che ritengo possa affermarsi il necessario bisogno di un risveglio sociale da far serpeggiare nuovamente (Dio solo sa quanto c’è ne sia bisogno) in quel di Savelli.

Ci sarò, se più che attendere  le istituzioni, come peraltro evidenziato dalla stessa Tonia, l’iniziativa si alimenterà del protagonismo dei giovani, delle scuole, di tutti quegli attori che intenderanno armarsi di fantasia e creatività.

Savelli ne ha assoluta necessità per “dipingere” questo suo futuro ed eliminare il grigio che si intravede all’orizzonte.

È un futuro che ha le sembianze di una nuova possibilità, forse una delle ultime, per immaginare il quale non resta che stare con Tonia, far sì che la sua idea diventi l’idea di tutti noi e tentare di rianimare il nostro paese attraverso il tentativo di ridare linfa alle proprie “minelle”.

Luoghi della nostra memoria e della nostra intimità, patrimonio indelebile, oggi accantonato, che solo mediante una nuova opera, frutto di impegno e di abnegazione condivisi, può ritornare a pulsare.