VOGLIA DI STRINGERSI UN PO’

Foto Roma Curva Sud

So che dopo La notte del San Mames scritta dal mio caro e prezioso mentore comunicativo, questo “ruggito” rischia di apparire scontato.

Tuttavia, nel rispetto di una coincidenza di “nuove” sensazioni che accomuna un rinnovato approccio alla squadra del cuore, anche per me, la vigilia di Feyenoord-Roma più del risultato di Feyenoord-Roma sono serviti a recuperare un rapporto, da sempre “magico” ed appagante, con i colori dell’As Roma.

Ammetto che la possibilità e voglia di vincere uno scudetto che credevo fosse alla nostra portata, ancora oggi sono convinto che il potenziale della Roma valga quanto quello della Juventus, mi ha fatto smarrire, anche se solo per un attimo, la retta via.

Trasportato dalla voglia di vincere, tipica del “tifoso medio” che segue la propria squadra solo e soltanto, o soprattutto, quando la si vede prossima ad un trofeo, ho dimenticato alcuni cardini che chi sostiene i colori della Roma deve tenere bene a mente: “La Roma non si discute, si ama” e “Mai Schiavi del risultato”.

Per fortuna, proprio il momento di maggiore difficoltà degli ultimi due anni, mi ha ravvicinato ad una passione che sento da sempre mia, in virtù di una sofferenza che profuma comunque di gioia al di là di uno Scudetto o di una coppa vinta.

Si tratta di quel tifo per cui il solo fatto di guardare una partita della Roma, in tv o allo stadio, regala emozioni, anche quando l’aspetto sportivo diventa beffardo (quasi sempre) e le delusioni di una sconfitta (molte da sempre) potrebbero farti rimpiangere di sostenere la squadra della Capitale.

Gli stessi rimpianti che sono per tutti, o quasi, non possono essere quelli di un tifoso che tifa per fede, più che per voglia di gioire dinnanzi ad un trofeo e di farlo secondo il “purchè si vinca, non conta il come si vince”.

L’insidiosa e per certi versi drammatica (sportivamente parlando) trasferta di Rotterdam mi ha restituito, per questo, il senso di essere romanista.

E quella ribalta europea spesso così amara (Liverpool, Salvia Praga, Manchester e Bayern per citarne alcune) stavolta è stata dolce prima che per la vittoria per il “come” ho seguito la mia Roma.

Un mix di tensione ed apprensione che non può non appartenere ad un tifoso abituato a convivere con la sconfitta, quasi rassegnato a vincere poco o nulla, ma che proprio nell’insuccesso trova l’essenza di una passione splendida che si rinnova di continuo e quasi per incanto.

Curioso è anche che il riproporsi di certe emozioni avvenga alla vigilia della sfida contro di “loro”, per me, come e di più che per altri romanisti, la Partita.

Qualsiasi sarà il risultato, anche questa gara si rivelerà un’altra pagina da raccontare, perché intrisa di quel rapporto viscerale e quasi morboso tipico dei colori “sangue e oro”.

In virtù di ciò, anche il rammarico per un match che poteva valere lo scudetto e che ora servirà solo per respingere gli attacchi al secondo posto, lascerà spazio alla gioia di seguire la Roma, per l’ennesima volta, con “l’atteggiamento” giusto.

Con “quella voglia di stringersi un po’ curva sud Roma vecchie maniere e si parlava di noi di giorno e sera alza al cielo la bandiera e grida forte Roma vinci insieme a noi…Se per innamorarsi ancora, sosterrò sempre e solo la mia Roma lo sai perché, tutta la mia vita è gia-llo-rossa, c’è una ragione ho la Roma in fondo al cuore, AS Roma io non vivo senza te”….