SYRIZA MADE IN ITALY

Foto Landini

Non so se “la discesa in campo” di Landini sia reale e veritiera o rappresenti una mera costruzione giornalistica.

Non so neanche se l’attuale Segretario della Fiom possieda le stimmate del leader ideale per la costruzione di una valida alternativa.

So tuttavia che, al di là delle preferenze personali, a me Landini piace e come, il tempo di una sinistra italiana organizzata e coesa è fin troppo maturo in un contesto di dilagante disparità sociale e di diritti sempre più affievoliti anche nel Belpaese.

Come ho avuto modo di dire commentando la vittoria di Syriza in Grecia, anche all’Italia servirebbe uno Tsipras, un leader carismatico che sappia coagulare quell’elettorato sfiduciato e polverizzato, aggregandolo in un movimento non necessariamente idealista che abbia però la prorompente forza di quello ellenico o del Podemos iberico.

Landini può essere in grado di fare ciò, meglio di altri.

Già la sua risposta sull’essere pronto alla sfida politica, può ergersi a semplice, ma efficace manifesto programmatico: “il problema è che la maggior parte del Paese, quella che per vivere deve lavorare, non è rappresentata”.

Proprio quella parte deve guardare a Landini con interesse e fascino.

Lo devono fare gli elettori di sinistra per come tradizionalmente intesa, ma anche tutti coloro che, in un panorama politico nazionale confuso e non esemplare, ha voglia di indirizzare il proprio consenso verso una politica capace di tutelare interessi pressochè dimenticati.

Ben oltre gli steccati dell’idealismo, oggi come oggi non ha senso parlare di destra e sinistra né in Italia che altrove, serve una figura di riferimento ed un movimento di idee e programmi a cui affidare un impellente bisogno di sentirsi rappresentati.

Naturalmente, senza cadere nella trappola sin troppo attuale “dell’uomo solo al comando”, Landini, dal mio punto di vista, è persona azzeccata e quanto mai confacente a talune esigenze.

Altri non saranno d’accordo sull’identikit in questione.

Non lo è in primis il nostro premier e segretario del Pd, la cui reazione al paventato ingresso in politica del “Maurizio nazionale” mi sembra tanto spropositata quanto intrisa di timore (Landini è uno che sottrae elettori anche di quella minoranza Pd che “deve” cambiare aria).

Di sicuro c’è che anche in Italia serve, come il pane, una nuova Syriza.

Sarà giunta l’ora che qualcuno ne prenda atto, con quel pizzico di coraggio e temerarietà che sono requisiti essenziali per le grandi imprese?