LA NOTTE DEL SAN MAMES

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Ti svegli la mattina, la mattina di un giorno normale, un normale giorno di lavoro. Ti svegli e ti senti diverso, diverso per avere visto la sera prima qualcosa di unico, qualcosa che è storia. E allora che fai? Ti metti la felpa storica del Toro, quella che hai da sempre, quella che ti accompagna da una vita, quella che è come una seconda pelle. La indossi e ti senti diverso, come se facessi parte di qualcosa che si è fermato nel tempo. Qualcosa che non è altro se non l’essenza del calcio, la passione che trasuda  sacrificio. Tutto questo è il TORO.

Questo calcio che mi annoia sempre più, fatto di polemiche, magheggi, truffe, fallimenti, tasse non pagate, dove ladri e imbroglioni la fanno da padrone, non è più il calcio che mi appassionava da bambino o da ragazzo. Facevo sempre più fatica a seguire. Invece ieri sera  qualcosa mi è scattato dentro, ho rivisto quel tremendismo granata che mi aveva sempre affascinato, quella voglia di lottare, di non mollare mai, di andare oltre l’ostacolo e fatto si che il toro fosse una parte della mia vita, quasi uno stile della vita stessa. Ho visto 11 uomini, sotto la pioggia scrosciante, battersi come dei leoni contro un avversario più forte che giocava pure in casa. In casa non in uno stadio normale eh, ma nel leggendario San Mames, contro una squadra che fa parte della leggenda del calcio l’Athletic club de Bilbao. Il club famoso per la sua politica di tesseramento di soli giocatori che siano baschi o di origini, oppure che abbiano imparato a giocare a calcio nei circuiti giovanili baschi. Una partita d’altri tempi con continui rovesciamenti di fronte, cambi di risultato, colpi durissimi da entrambe le parti, con una squadra che più passavano i minuti e più era padrona del campo e questa squadra era la mia. Roba da non credere, da stropicciarsi gli occhi. La tensione era talmente alta che di fianco a me era come se ci fosse una leonessa a rassicurarmi, a rassicurarmi che sarebbe andato tutto bene, perché noi siamo il Toro e la sfiga è sempre dietro l’angolo pensavo. Stavolta no la sfortuna non c’era, la leonessa aveva ragione e ora andiamo avanti, andiamo avanti in questo sogno e vediamo dove ci porterà. Per ora abbiamo scritto la storia, mai nessuna squadra italiana aveva vinto al San Mames. C’è sempre una prima volta e questa volta la storia dice Toro. La partita di ieri mi ha fatto tornare la passione, la passione Toro, nonostante tutte le vicissitudini degli ultimi anni.

Negli ultimi tempi avevo trascurato la passione per questa squadra chiamata Torino, ma che noi granata  chiamiamo semplicemente Toro, l’avevo trascurata per svariati motivi, la noia come detto ma anche altro. Ieri sera ho capito che questa squadra, questi colori sono la mia vita, posso allontanarmi per un po’, poi torna sempre, proprio come dice il celebre coro, è una malattia che non va più via e che sono pure  contento di tenermela.

Sono contento soprattutto per mio figlio che finalmente inizia a provare gioia per la sua squadra e può andare fiero di essere tifoso del Toro, dopo anni di prese in giro può guardare gli altri a testa alta. Lo ammiro perché non è facile vivere a Milano ed essere tifoso di una squadra che non vince mai nulla. Sono orgoglioso di lui. Il mio gioiello. Il bello, come gli ho insegnato,  sta proprio qua, troppo semplice e troppo facile essere tifoso di quelli la, quelli che vincono sempre. Essere tifoso del Toro ti fa cambiare il gusto, il sapore e perfino l’odore della vita stessa, ti fa essere diverso, unico e inimitabile. Partite come quella di ieri sera diciamolo ti fanno godere e ti fanno dimenticare per un attimo tutto quello che ti sta intorno. Partite come quelle di ieri sera ti fanno capire che siamo noi la prima squadra di Torino, perché noi ci chiamiamo TORINO nonostante #cairobraccino.

FORZA TORO SEMPRE

 

 

TUFF GONG