NUC-CINA, UN SAVELLESE NEL PAESE DEL DRAGONE

“Scripta Manent”, la rubrica de “il Ruggito di Ruggiero” destinata a dar voce ai nostri lettori e simpatizzanti, ospita oggi l’appassionante racconto di Michele Lepera, giovane professionista milanese di chiare origini savellesi che, insieme alla moglie Silvia, ha concluso, di recente, il suo viaggio alla scoperta della Cina.

Nelle parole di Michele, per tutti affettuosamente “Nuccio”, l’affascinante istantanea di un Paese dai mille volti, la cui visione lascia letteralmente esterrefatti ed estasiati.

Un Paese che lascia dentro emozioni forti e la sensazione di doverci, un giorno, per forza ritornare….

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Lo spazio, l’immenso spazio senza una sola persona, era un grande piacere dopo la Cina, sempre così soffocantemente piena di umanità.”

Così Tiziano Terzani descriveva uno degli aspetti di questo controverso,quanto meraviglioso paese che Marco Polo chiamava Cathai e che oggi conosciamo come Cina.

Dopo 15 ore di volo e un sacco di aspettative, l’impatto con i cieli della capitale, con i suoi abitanti e con il suo traffico non è stato dei migliori. Una coltre di smog avvolge questa megalopoli di oltre 23 milioni di abitanti, l’aria è pressoché irrespirabile e i tassisti sono tutto fuorché gentili e ospitali.

Nonostante ciò l’emozione che ho provato quella sera, alla vista di  piazza Tien an men, sarà qualcosa che mi porterò dentro per sempre.

È un luogo sospeso tra la storia antica dominata dalle grandi dinastie e quella moderna, che ha visto Mao come protagonista indiscusso.

Ed è proprio il suo ritratto posto all’ingresso della Città Proibita (il palazzo reale), a dare il benvenuto ai cittadini e ai viaggiatori che varcano i metal detector posti all’ingresso della piazza; si proprio così, i metal detector in Cina sono posti ovunque!

Pechino è una città piena di contrasti, stravolta e sfigurata da un boom economico che l’ha portata nel giro di un paio di decadi, nei tempi moderni.

Restano però tracce della sua anima storica, gli Hutong. Piccoli quartieri composti di tradizionali abitazioni a tetto spiovente che conservano la sua anima più vera, anche sul tema culinario. E’ proprio in uno di questi hutong che ho potuto assaggiare scorpioni fritti e larve di baco da seta.Esperienza mistica.

L’attrazione di gran lunga più interessante per ovvi motivi, nei pressi di Pechino, è certamente la Grande Muraglia.

Abbiamo visitato una porzione a circa 120 km direzione nord-ovest, porzione della muraglia molto ben conservata e autentica. La vista dalle sue torrette è mozzafiato, i paesaggi si stagliano a perdita d’occhio attraverso i versanti delle montagne sulle quali si snoda per oltre seimila chilometri.

La seconda tappa ci ha portato verso la più antica delle capitali dell’impero, la città di Xi-An.

Famosa per essere l’ultima fermata della Via della Seta e per la vicinanza al maestoso esercito di terracotta, voluto dall’imperatore Qin Shi Huang  come protezione nell’aldilà.

Il cuore pulsante e più autentico di Xi-An è il suo quartiere musulmano, posto al centro delle mura che delimitavano la città imperiale. Un dedalo di vicoli dove il profumo di cumino e i sapori d’oriente inondano i sensi.

Il vero spettacolo per gli occhi però è l’esercito di terracotta.

Un intero esercito riprodotto fedelmente e composto da oltre seimila soldati, ognuno con particolari e volti unici e differenti dagli altri.

Cavalli, armi , carrozze completano questa meravigliosa opera. Davvero impressionante l’impatto e soprattutto la motivazione che ha portato a tutto questo, ossia la necessità dell’imperatore di essere protetto nell’aldilà dall’invasione mongola.

Non potevamo ripartire per l’Italia senza passare dalla città che per eccellenza rappresenta oggi la Cina nel mondo, Shanghai.

Una metropoli di oltre 26 milioni di abitanti,affollata in ogni angolo,cosmpolita, dinamica, viva, in continuo movimento. Tutto questo non l’ha privata però della sua anima più autentica e antica.

E’ possibile passare con una manciata di fermate di metropolitana, da Pudong cuore finanziario della città allo Yuyuan Garden, splendido giardino imperiale rivoluzionato nei secoli successivi dai dai francesi durante l’occupazione dell’indocina.

Suggestiva è la vista di Pudong con il suo skyline pieno di luci che illuminano la Pearl Tower, da uno dei tanti rooftop posti sulla riva del Bund, proprio sul lungo fiume che attraversa la città.

Rilassanti sono le passeggiate tra le vie dell’antica concessione francese, dove l’architettura ti riporta in Europa, e dove oggi troviamo il quartiere più cool dal punto di vista sociale della città, con caffè, ristoranti, locali,musei dall’aria fresca e internazionale.

È  una città che andrebbe assolutamente visitata almeno una volta nella vita.

È stato un viaggio incredibile, la prima volta per noi in estremo oriente e da quello che ci ha lasciato dentro, sono certo che non sarà l’ultima.

P.S. Terzani aveva ragione, sono tanti, tantissimi e ovunque.

Michele Lepera