EL TIBURON – GIORNATA COMUNQUE STORICA

Foto Bologna_Crotone

Si apre con una sconfitta di misura, in quel di Bologna, la stagione del debutto in serie A del Crotone.

Al cospetto di una compagine più esperta e dalle ambizioni decisamente diverse, il muro eretto dalla compagine di mister Nicola regge per quasi tutta la gara, salvo poi crollare, quando il primo punto nella massima serie sembrava cosa fatta, con il goal di Mattia Destro, autore della segnatura decisiva proprio nei minuti finali (86’).

Sofferenza, speranza e consapevolezza sono le tre sensazioni con le quali etichettare sinteticamente, oltre il risultato, la trasferta bolognese.

Sofferenza fa rima soprattutto con una prima frazione di gioco in cui i rossoblu felsinei hanno letteralmente surclassato i pitagorici, oltre che con la costante sensazione di difficoltà, fisica ma non solo tale, evidenziata da Claiton e compagni lungo tutto l’arco dei novanta minuti.

Sofferenza coincide inoltre con una compagine che ha pagato, inevitabilmente e comprensibilmente, lo scotto della prima in serie A e che a larghi tratti è apparsa troppo impacciata ed inspiegabilmente sottotono.

L’altra faccia della medaglia è la speranza che il Crotone deficitario sotto l’aspetto  fisico e mentale visto al Dall’Ara sia solo una parentesi da archiviare e da lasciarsi velocemente alle spalle, quale comprensibile dazio da pagare per aver partecipato al gran ballo dei debuttanti.

Tuttavia, per sperare di invertire la rotta ed incamerare punti preziosi che facciano morale oltre che classifica, necessita adottare auspicabili soluzioni, interne ed esterne, in grado di creare rinnovate dinamiche nell’ambito della rosa attualmente a disposizione di mister Nicola.

In primis è pressoché indispensabile che la squadra ritrovi l’entusiasmo della matricola, il gusto dell’impresa con la quale ha portato a termine la trionfale stagione scorsa e sulla scorta della quale neanche la salvezza può ergersi ad obiettivo del tutto proibito.

Per fare ciò è parimenti obbligatorio completare il parco giocatori che ieri si è presentato ai nastri di partenza della massima serie, integrandolo opportunamente con quel contributo di esperienza che è fondamentale per affrontare un campionato profondamente diverso dalla serie cadetta.

Fatto ciò, ecco emergere l’ultimo elemento che contraddistingue l’esordio in terra emiliana della compagine crotonese, ovvero la consapevolezza, intesa sotto una duplice accezione.

Se da un lato infatti si deve essere consapevoli che questa sarà una stagione dura e zeppa di difficoltà (cosa peraltro risaputa), vero è anche che proprio la consapevolezza che, nonostante tutto, si stia vivendo qualcosa di leggendario può essere il fattore in più di un Crotone che ha poco da perdere e che con tale stato d’animo può godersi il campionato assaporando, giornata dopo giornata, il gusto dolce del calcio che conta.

La prima in casa (seppur a Pescara) contro il Genoa dell’ex Juric servirà, in tal senso, a far ripartire il Crotone dal punto di vista tecnico, prima di una sosta quanto mai  salutare per dare l’opportunità di affinare l’amalgama e lavorare su un gruppo che può comunque dire la sua.

In un’ottica in ogni caso ottimistica, principalmente improntata al “voler vendere cara la pelle”, prima della fine di un mercato che regalerà inevitabilmente altri volti nuovi, il completamento dello stadio (quasi certamente pronto per il 18 settembre) può contribuire, più di ogni altra cosa, a regalare convinzioni e sicurezze propizie per il prosieguo della stagione.

Quelle stesse certezze che il Crotone non ha sicuramente smarrito e che risultano solo intaccate da una sconfitta che può starci per quanto visto in campo, che fa male perché concretizzatasi nei frangenti finali, ma che non può rendere del tutto amara una giornata comunque storica.

L’ennesima da consegnare direttamente agli annali.