OLTRE IL RISULTATO

REGOLA FIFA FUORIGIOCO

REGOLA FIFA FUORIGIOCO

Ho detto già troppo, con amici e sui social network, sull’arbitraggio di Juventus- Roma di domenica scorsa.

Concludo ribadendo che, anche quando si “chiacchiera” di calcio, sarebbe opportuno adoperare l’obiettività ed il senso critico con i quali si valutano altri aspetti del nostro “quotidiano”.

Non è condivisibile, infatti, l’atteggiamento di chi mette da parte le nobili “virtù di pensiero” evidenziate quando c’è da parlare del “sistema”, in nome del tifo per la propria squadra del cuore e/o di qualche trofeo.

Nel calcio e nella vita vincere non è essenziale, anche arrivare secondi ha il suo fascino, persino essere ultimi, o solo partecipare, ha il suo perché.

Più che il risultato conta il “come” si vince, al pari del “come” si governa, del “come” si è cittadini, del “se” e del “quanto” si pagano le tasse e via discorrendo.

Senza sconfinare nella retorica (il discorso sarebbe troppo lungo a farsi), Juventus- Roma dice molto dal punto di vista tecnico, al di là dei tre punti.

Per prima cosa, conferma che le distanze fra le due contendenti si sono praticamente azzerate.

Se la Juventus di Conte, quella degli ultimi due anni, era irraggiungibile anche per la Roma straordinaria dello scorso campionato, oggi i valori in campo sono diversi, tanto che mettere la squadra di Garcia sullo stesso piano dei Campioni d’Italia è tutt’altro che “considerazione di parte”.

Né il giudizio cambia se si analizzano le due rose: addirittura, a ben scorgere, la rosa giallorossa è ben più completa, per quantità e qualità, di quella bianconera.

A dimostrarlo è la gara di domenica, specie se la si rapporta al recente passato.

Prima dell’ultima sfida, infatti, negli ultimi quattro precedenti allo Stadium, per la Roma i numeri dei confronti in casa Juve parlavano chiaro: 14 goal subiti ed uno solo realizzato.

Un desolante bottino ottenuto con prestazioni deprecabili, con partite dall’andamento scontato e dal risultato acquisito fin dopo pochi minuti.

La gara di domenica racconta invece di una compagine di casa (loro per dirla da tifoso) che ha dovuto sudare le proverbiali “sette camicie”contro avversari scesi in campo senza quattro titolari e tre potenziali tali che, con un pizzico di cinismo in più sotto porta, avrebbero potuto prendersi i tre punti senza colpo ferire.

Dalla trasferta di Torino esce quindi una Roma rinforzata, consapevole di potersela giocare con chiunque, in Italia come in Europa (Manchester docet).

Per vincere lo scudetto magari non basterà vincerle tutte, ma si può vincerle tutte.

Alla fine, come sempre, si prenderà atto del risultato, con la speranza di non dover giudicare “oltre il risultato”.